sabato 20 agosto 2016

Croazia-Serbia, molto più di una finale


Foto kosovotwopointzero.com

Era la finale annunciata e le aspettative non sono andate deluse: stasera a Rio de Janeiro la medaglia d'oro nella pallanuoto maschile sarà tutta una questione balcanica tra Croazia e Serbia, indiscusse favorite della prima ora. Era la finale annunciata, dopo quella di un anno fa ai Mondiali di Kazan', e non c'è stata smentita neppure stavolta nonostante - è il caso dei serbi - un avvio titubante e un Settebello messosi di traverso nel tentativo di cullare sogni di gloria per lo sport azzurro. Era la finale annunciata e sarà molto più di una finale.

lunedì 15 agosto 2016

Calcio in spiaggia: il gioco della tedesca



"Quindici, dieci, dieci...". Come in una sorta di giuramento olimpico, per anni questi tre numeri recitati in successione inauguravano lunghi pomeriggi di interminabili sfide e di spensieratezza sotto un sole cocente. Sì, sto parlando della celebre tedesca. Giocarci è semplice: bastano due pali e una traversa, poco importa se reali o immaginari, un pallone e qualche amico. Negli anni della nostra infanzia e adolescenza l'abbiamo giocata su qualsiasi superficie - erba, asfalto, sabbia. Almeno nel mio caso, la tedesca è stata, ed è, sinonimo di mare, di spiaggia, di vacanze estive.

domenica 14 agosto 2016

Paltrinieri-Detti, dalla Coppa Carnevale a Rio 2016



Adesso che hanno vinto una medaglia d’oro e una di bronzo ai Giochi olimpici nei 1500 metri stile libero, Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti non saranno più - almeno per il grande pubblico - due volti poco noti. E forse, per gli addetti ai lavori, non lo erano nemmeno sei anni fa quando parteciparono giovanissimi alla Coppa Carnevale di nuoto a Viareggio.

venerdì 12 agosto 2016

Pallanuoto e Olimpiadi: Oscar Charles


Ci fu Oskar Schindler, imprenditore tedesco che riuscì a sottrarre più di mille ebrei alla barbarie della Shoah, e poi ci fu un altro Oscar - anzi Oszkár, cognome Csuvik -, pallanotista ungherese che diede asilo a una famiglia di persone con la stella di David cucita sul petto.

Ma uno, cento o mille non fa differenza, a ben pensarci: è il gesto che conta. E aver risparmiato a degli esseri umani una morte pressoché certa fu certamente la medaglia più preziosa messa al collo da quest’ungherese nato Oszkár Csuvik e morto Oscar Charles.

martedì 9 agosto 2016

Pallanuoto e Olimpiadi: Olivér Halassy


Se si parla di atleti paralimpici, il primo nome a solleticare la mente è di sicuro Oscar Pistorius. Che, al di là della vicenda giudiziaria che lo vede protagonista in negativo, è salito agli onori delle cronache per aver gareggiato contro quattrocentometristi normodotati ai Giochi di Londra. Assai prima di lui, però, un altro amputato aveva compiuto un’impresa simile. Di più: Olivér Halassy ha vinto medaglie d’oro nella pallanuoto quando le Paraolimpiadi avevano ancora da venire.

La sfortuna infierisce su Halassy, nato in realtà con il cognome Haltmayer, già in tenera età: nato nel 1909 a Budapest, a otto anni rimane coinvolto in un brutto incidente stradale. Perde parte della gamba sotto il ginocchio sinistro, non la voglia e la forza di andare avanti cimentandosi nello sport. Il giovane Olivér rimane affascinato dalla pallanuoto e si affilia all’Újpest, polisportiva dell’omonima circoscrizione della capitale ungherese dove è nato.

venerdì 5 agosto 2016

Pallanuoto e Olimpiadi: Kurt Epstein


Capita agli sportivi, nel corso della loro esistenza, di dover affrontare due diverse tipologie di partite - quella che mette in palio un trofeo, una medaglia o la semplice gloria personale e quella, ben più importante, per la sopravvivenza. Il cecoslovacco Kurt Epstein disputò sia l’una che l’altra, a cavallo tra gli anni Trenta e il decennio seguente, uscendone vittorioso soprattutto nel secondo caso.

 Nato a una cinquantina di chilometri da Praga in quello che ancora si chiamava Impero austroungarico, Kurt è uno degli ultimi discendenti di una famiglia di conciari ebrei che ha messo le radici in Boemia da oltre 400 anni. Dopo aver provato il canottaggio decide di passare al nuoto agonistico, da lui stesso considerato “lo sport ideale per gli ebrei” perché non richiedeva eccessiva forza fisica: si affilia al Český Plaveckých Klub (Cpk) e vince una gara nei 50 rana.

giovedì 4 agosto 2016

1936: Maffei sfiora il bronzo alle Olimpiadi



 Fuori dal podio per un centimetro. Un misero, fottutissimo centimetro. Una delusione solo in parte mitigata dal primato italiano stabilito proprio in quel giorno. È il 4 agosto di ottanta anni fa precisi precisi quando il viareggino Arturo Maffei sfiora la medaglia di bronzo nella gara di salto in lungo alle Olimpiadi di Berlino del 1936: fu, sportivamente parlando, uno dei momenti più alti di una carriera comunque costellata di successi. E, al tempo stesso, forse il suo rimpianto maggiore.

Per Maffei, all’epoca un giovanotto di 26 anni, si trattava dei primi Giochi olimpici a cui prendeva parte dopo la mancata qualificazione a quelli di Los Angeles del 1932: in una Berlino pavesata di svastiche e altri simboli nazisti – i cosiddetti “Nazi Games”, in realtà, erano stati assegnati alla Germania ai tempi della Repubblica di Weimar, ma i vertici del partito nazionalsocialista tentarono di sfruttarli a scopo propagandistico – c’era la speranza di portare a casa una medaglia.

mercoledì 3 agosto 2016

Dove osano le aquile



Walter Winterbottom, commissario tecnico della nazionale inglese di calcio negli anni Settanta, sentenziò una volta che in un futuro non troppo remoto un Paese africano avrebbe vinto i Mondiali. 

Quella profezia, però, non si è ancora avverata. O meglio: solo in parte. Perché è successo che la Nigeria e il Camerun abbiano conquistato la medaglia d'oro ai Giochi olimpici, sorta di Mondiale in miniatura. E proprio quella dei nigeriani, che seppero tenere testa e sconfiggere avversari ben più blasonati, fu un'impresa senza eguali.

lunedì 1 agosto 2016

Pallanuoto e Olimpiadi: il Brasile ai Giochi del 1932



L’Ungheria sta alla pallanuoto come il Brasile sta al calcio. Un’equazione che nessuno oserebbe mai tentare di confutare dando una sbirciata ai trofei vinti e, in particolare, ai titoli olimpici dei magiari (nove) e a quelli mondiali dei sudamericani (cinque). E se provassimo a invertire gli sport? Gli ungheresi conobbero il loro momento di gloria negli anni Cinquanta con la leggendaria Aranycsapat di Puskás, Kocsis, Czibor e Hidegkuti. Il Brasile, invece, nella pallanuoto è sempre rimasto intrappolato in una sorta di limbo: troppo forte rispetto alle altre nazionali dell’America Latina, troppo debole per insidiare le corazzate europee. Soprattutto, detiene un poco invidiabile primato: a tutt’oggi è l’unica squadra ad essere stata squalificata dal torneo olimpico di pallanuoto.