martedì 31 agosto 2010

La prima guerra della pallanuoto


La riflessione sorge, puntualmente, spontanea ogni qual volta le nazionali balcaniche si presentano alle manifestazioni sportive – siano esse Europei, Mondiali o Giochi olimpici - recitando la parte delle principali favorite: se la Jugoslavia fosse ancor oggi un unico paese, le sue selezioni sarebbero con ogni probabilità invincibili. 

Saggia osservazione, specie se applicata a certe discipline che nei Balcani hanno da sempre goduto di grande tradizione: tra queste vi è certamente la pallanuoto, sport che al pari di molti altri ha pesantemente risentito in più di una circostanza delle vicende geopolitiche che hanno mutato il volto della "polveriera d'Europa". Insomma, al pari della celebre "prima guerra del football" magistralmente raccontata da quel grande giornalista che fu Ryszard Kapuściński, si potrebbe legittimamente parlare di "guerre della pallanuoto".

Potete leggere l'articolo, in forma leggermente modificata, nel numero 1 di Pianeta Sport, rivista digitale che io ed altri colleghi del web abbiamo tirato su. Il link di riferimento è www.pianeta-sport.net.

domenica 29 agosto 2010

Il Libano e le bombe. Da tre punti. - 2


(continua da - 1)

 23 agosto 2006. Per il Libano potrebbe essere il giorno della verità, il giorno in cui poter avverare un sogno che i giocatori non immaginavano nemmeno di cullare.

Dopo la vittoria all'esordio contro il Venezuela (82-72) e le sonore, ma prevedibili, sconfitte contro Argentina e Serbia-Montenegro, la nazionale mediorientale affronta la Francia medaglia di bronzo agli Europei dell'anno prima. Quella Francia che, nel periodo compreso tra i due conflitti mondiali, fece del Libano un suo protettorato


Il Libano e le bombe. Da tre punti. - 1


Si verificano, nel lungo corso della storia, eventi che fanno la fortuna della celebre teoria dei "corsi e ricorsi" coniati dal filosofo Giovambattista Vico. La (apparentemente) insignificante partita tra Libano e Francia, in programma oggi ai Mondiali di basket maschile in Turchia, rientra a pieno titolo in questa schiera. 

I motivi sono presto detti. Le due nazionali tornano anzitutto ad affrontarsi a quattro anni di distanza: allora fu un 23 agosto, oggi il calendario segna il 29. In quella circostanza, i cestisti mediorientali furono tenuti in apprensione dalla guerra che il loro paese stava conducendo contro Israele: la situazione, al confine, è tornata ad esser tesa nemmeno un mese fa. E, sia in Giappone come in Turchia, nella Francia non ci sarà la stella Tony Parker: il giocatore dei San Antonio Spurs ha deciso di rinunciare alla rassegna iridata, preferendo recuperare dai vari guai fisici accusati nelle ultime stagioni. 

Quattro anni fa vinse, di misura, il Libano: il successo non fu sufficiente a passare il turno, ma per i mediorientali fu una vittoria speciale, giacché il paese era in guerra e nel passato la Francia aveva colonizzato proprio le loro terre. Scommettiamo che il Libano la spunta anche questa volta?


lunedì 9 agosto 2010

E l'Italia fece piangere il re



Nel suo (emozionante) libro intitolato "Todos mis hermanos", Manel Estiarte dedica il primo capitolo a quella che, senza ombra di dubbio, è stata finora la più emozionante finale di una competizione di pallanuoto: quella dei Giochi olimpici di Barcellona.

L'ex giocatore spagnolo, oggi insignito di un'importante carica all'interno del Barcellona, la definisce El partido perfecto, "la partita perfetta". Non era una partita qualsiasi, quella che andò in scena il 9 agosto del 1992 alla piscina Bernart Picornell proprio il giorno della chiusura della manifestazione.

Non poteva esserlo per Estiarte e per tutti i compagni di squadra catalani come lui: giocare di fronte al re Juan Carlos e al principe Felipe, ma soprattutto davanti ai loro padri, alle loro madri, a mogli, fidanzate e figli. Davanti alla loro gente. Un'occasione irripetibile.